In occasione della morte dell'artista, avvenuta il 13 ottobre scorso, Franco Pedatella ha scritto dei versi a lui dedicati, che postiamo qui di seguito.
di Franco Pedatella
Lo dice quanto ha parlato
al mondo
s’egli è un artista o
facitor di versi,
scalpellator di sassi,
imbrattatore
di tele, operatore di
rumori.
L’arte è la dea che
parla all’universo
e non ha tempo, posto né
confini
in cui tenerla dentro
prigioniera,
ma libera si leva ad ali
tese
com’aquila nel ciel e al
mondo intero,
all’uomo senza tempo il
suo messaggio
porta, perch’egli dal
suo canto legga
la verità, l’ideal cui
tendere
come traguardo umano, fine
estremo:
dir no alla guerra, pei
diritti umani
lottare, e come Decimo
Laberio,
Cesare sfidando dittatore,
dire: “Mai niente mi
potè piegare,
elargizion, timor,
autorità”.
Patria non ha, ma il mondo
è padre a lui
perché gli ha suggerito
le parole
gridate o talora
sussurrate
col volto atteggiato e con
i gesti
e fèano questi e quelle
un sol messaggio.
Dario fu questo, anzi
ancor perdura.
Commenti
Posta un commento