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Ambiente & Salute. Studio epidemiologico dell'Istituto Superiore della Sanità sui siti inquinati della Calabria. Anche il caso della #ValleOliva


Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità.
A cura di Pietro Comba e Massimiliano Pitimada 
2016, ii, 135 p.
I siti contaminati rappresentano un importante fattore di rischio per la salute umana. Su impulso del European Centre for Environment and Health di Bonn, parte dell’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS (WHO European Regional Office), sono state sviluppate metodologie per valutare lo stato di salute delle popolazioni che risiedono nei siti contaminati. L’Italia ha contribuito a questo processo con il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e sostenuto dal Ministero della Salute. I siti contaminati rappresentano un “effetto collaterale” dello sviluppo industriale e delle procedure adottate per lo smaltimento dei rifiuti industriali. La Regione Calabria ha effettuato una ricerca sistematica delle aree contaminate da bonificare ed ha costruito, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, la rete epidemiologica e di salute di popolazione a supporto della governance. Il presente rapporto illustra obiettivi e procedure di un piano permanente di sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nei siti contaminati della Calabria, nonché di un percorso di comunicazione con le comunità coinvolte, gli amministratori e i media.

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Il caso Valle Oliva
AMANTEA – Nel rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità appena pubblicato, curato da Pietro Comba e Massimiliano Pitimada, di cui ha parlato ieri il Quotidiano del Sud, c'è anche il caso Valle Oliva.
Il Quotidiano del Sud
del 22 maggio 2016
Lo studio, che si occupa dei siti contaminati calabresi e dei fattori di rischio che questi rappresentano per la salute, dedica un approfondimento anche alla nostra vallata, interessata dall'interramento illegale di rifiuti pericolosi. Si basa, per la descrizione della contaminazione presente (diossine e policlorobifenili, e metalli pesanti), su un rapporto del 2009 del WWF e del Comitato De Grazia, mentre per i dati epidemiologici circa la mortalità per tumori, rielabora un dossier di Giacomo Brancati, relativo al periodo 1992-2001, effettuato su incarico della procura di Paola. Dati ora aggiornati, in questa pubblicazione dell'ISS, al periodo 2002-2012, e riferiti ai comuni di Amantea, San Pietro di Amantea e Serra d’Aiello.
A guardare le tabelle a corredo della pubblicazione (consultabile online accedendo al sito dell'ISS), la mortalità generale nei comuni presi in esame è sostanzialmente coincidente con quella attesa per tutte le cause, e per tutti i tumori. Mentre, fra le malattie neoplastiche, si registra un eccesso significativo di tumori esofagei. Eccessi significativi, riscontrabili inoltre per il Morbo di Parkinson, l’epilessia, l’infarto miocardico acuto e i disturbi circolatori dell’encefalo.
Le conclusioni a cui giungono i curatori del rapporto – firmato da Comba, Pitimada e De Santis del Dipartimento di Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma, e da G. Brancati del Dipartimento Tutela della Salute e politiche sanitarie della Regione Calabria – portano ad una indifferibile realizzazione di uno studio epidemiologico più approfondito.
«L’analisi di mortalità qui presentata – scrivono gli autori - costituisce un primo contributo a tale studio, ma deve essere accompagnata da un’analisi dei ricoveri ospedalieri» e «da uno studio di coorte relativo ai soli residenti nella zona a ridosso del sito di interramento illegale dei rifiuti pericolosi».
La Valle Oliva, come si ricorderà, è attualmente sottoposta a nuove indagini scientifiche per completare l'analisi del rischio, operazione che sta conducendo l'Arpacal, e propedeutica alla bonifica o in alternativa alla messa in sicurezza dei siti inquinati.

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