di Carmelina
Sicari
Un
parallelo tra Akhenaton, il faraone della 18esima dinastia che si è
votato al monoteismo e Mosè legista è possibile. È uno dei pezzi
forti del festival della filosofia a Modena. È in gioco l'idea
stessa del monoteismo che viene osteggiato in modo incredibile dai
sacerdoti di Ammone in Tebe fino al punto che Akhenaton viene
condannato alla damnatio memoriae. Le sue statue vengono distrutte,
il suo nome e le sue gesta cancellati dagli obelischi. Un unico Dio,
il Sole per il Faraone. Egli ne è innamorato fino al punto di
costruire una città Amarna interamente illuminata dal sole. Come
giustamente è stato detto, la sua è una religione cosmogonica in
cui l'apparizione dell'essere è collegata alla luce solare.
Ontologismo
cosmico. Lo dice con chiarezza Jan Assmann che ha anche collegato il
faraone eretico a Mosè. Il libro
Mosè l'egizio
propone ancora il parallelo tra cultura ebraica e egizia. Ma perché il faraone monoteista è considerato eretico e addirittura nemico
dello stato? Il politeismo è molto più semplice. La molteplicità
di divinità non esclude alcuna new entry. L'unico dio è geloso. La
legge mosaica esordisce: Non avrai altro dio fuori che me. In modo
ineluttabile e categorico. Da qui l'elemento di straordinaria
attualità. Si ha la sensazione che sia in atto, oggi, ora, hic et
nunc, per dirla con categorie tomistiche, uno scontro non tanto tra
civiltà quanto tra divinità, tra monoteismo. Ma da qui la
differenza con Mosè legista. Il Dio di Mosè e della religione
ebraica è legislatore. Egli consegna le tavole della legge, la Thorà. Massimo Cacciari ha intitolato un suo splendido saggio,
Icone della
legge. Ma soprattutto
Freud analizza la terribile statua di Mosè di Michelangelo, il suo
cipiglio adirato, la sua mano contratta sulla barba a frenare l'ira
che lo coglie quando tornando dal monte Oreb dove ha avuto la legge
incisa sulle tavole di pietra ed ha trovato il vitello d'oro. Di
nuovo il suo popolo precipitato nel politeismo. La legge è il
fondamento dell'ebraismo, la seconda religione monoteista laddove per
la terza,l a cristiana, il fondamento è qualcosa di inopinato
ancora, l'amore, è lo Spirito della vita. Nietzsche che pure non è
tenero con le religioni positive si ferma incantato a contemplare le
beatitudini
il testamento dell'amore. La logica mondana è lì totalmente
rovesciata. I poveri sono beati e non i ricchi, i mansueti e non i
violenti, quelli che lottano contro l'ingiustizia e non i furbi che
mistifcano l'ingiustizia per giustizia. Ricordate
lo sforzo del grande fratello che riesce a convincere di un paradosso
gli inebetiti uomini? La
guerra è pace, L'odio è amore. Il
festival di Modena ci immette nel tremendo impasse delle religioni
monoteiste.
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